Lo storico trio del Maestro Enrico Intra con Marco Vaggi e Tony Arco, tre fantastici Musicisti capaci di sostenere la conversazione al più alto livello, di cogliere ogni riverbero sonoro, ogni sfumatura ritmica e armonica, ogni suggerimento espressivo; e questo, insieme alla cura e alla genialità dei dettagli, è il segno distintivo dei grandi artisti e dei grandi gruppi.
Questo trio di assoluto livello si è così concentrato su di una musica che, sebbene all’apparenza costruita sull’improvvisazione, si articola al contrario attraverso l’estemporizzazione dei materiali di partenza. Un repertorio quasi interamente costruito sui famosi brani del Maestro Intra, su un nuovo modo di concepire l’improvvisazione, che vive in una interpretazione intensa e partecipata, in un dialogo che non trascura i più minuti dettagli per offrire un esempio di musica trai più entusiasmanti, coinvolgenti e colti dell’intera scena jazzistica contemporanea.
Sul palco del Blue Note il trio sarà in formazione rafforzata con la presenza della cantante Joyce Elaine Yuille e del sassofonista Roger Rota.
Mi piace pensare di essere stato presente alla registrazione di questo disco e che la stessa sia avvenuta di giovedì, uno dei tanti giovedì in musica della mia vita. Pur non essendo affatto sicuro che fosse di giovedì, voglio immaginare che il mio primo incontro con Intra sia avvenuto proprio in questa giornata, che sta al centro della settimana, in perfetto equilibrio tra il più faticoso inizio e la discesa verso il riposo domenicale. E mi piace pensare che di giovedì siano avvenute tante delle avventure musicali che mi legano da oltre trent’anni al Maestro. E che, magari, proprio di giovedì abbia incontrato per la prima volta Trovesi, Rota, Stangoni e Joyce.
Il giovedì in cui è nato questo disco, lo scorrere delle ore ha accompagnato i vari momenti che lo compongono. Alle 9 Joyce ha letto il suo testo e poi la musica ha cominciato a prendere forma, prima con un intervento legato all’improvvisazione radicale, quindi, ed erano già le 10 passate, con le sonorità astratte dell’elettronica, a cui è seguito un intreccio sonoro puntillistico. La pausa per il caffè delle 10.30, arricchita dai commenti di tutti noi, ha preceduto l’intenso spiritual cantato a cappella, cui è seguita ancora musica, sempre molto libera, aperta, piena di spunti e mai banale, consolatoria o normalizzata, come diceva Luigi Pestalozza, intervallata dalla suggestioni create dall’elettronica. Senza accorgersene sono arrivate le 14, per me l’ora di pranzo, per Intra quella dell’amato panino. I saluti affettuosi e la speranza che la musica venga compresa e apprezzata hanno chiuso questo giovedì speciale in cui è nato un disco altrettanto speciale di cui, questa domenica, sentiremo i protagonisti dal vivo. Buon ascolto
Maurizio Franco