In un viaggio virtuale nel magico repertorio dell’American Songbook Dado e Luigi interpretano le composizioni più belle e indimenticabili di personaggi come George Gershwin, Duke Ellington, Richard Rodgers, Jerome Kern, Irving Berlin… filtrate attraverso le personali esperienze per un mix fresco, attuale e soprattutto imprevedibile come nella migliore tradizione dell’improvvisazione jazzistica.
La musica Jazz ha sempre presentato formazioni insolite: sin dagli anni ’20 alcune eccezioni segnano la storia come, ad esempio, il duetto Louis Armstrong-Earl Hines (tromba-piano), la collaborazione tra Duke Ellington e Jimmy Blanton (piano-contrabbasso), il duo del pianista/chitarrista Slim Gaillard col bassista Slam Stewart… Nel 1962 il chitarrista Jim Hall e il pianista Bill Evans si ritrovano in studio per registrare un album meraviglioso e storico, Undercurrent, segnato da un’essenzialità, una leggerezza e un’eleganza uniche, per poi ripetere l’esperienza nel 1966 con Intermodulation. La drammatica scomparsa di Jim Hall ha creato l’ispirazione per realizzare la nostra unione.
Dado, pianista d’ineguagliabile sensibilità e competenza, grande ammiratore e conoscitore della chitarra jazz e Luigi, profondo estimatore del grande Jim Hall, offrono, in un contesto attuale e personale, la loro concezione e interpretazione del rapporto tra i due strumenti, basato sulla qualità e l’intensità del messaggio musicale.
Pianoforte e Chitarra potrebbero sembrare in contrasto tra loro poiché ricoprono lo stesso ruolo armonico. Ma se a suonarli sono due musicisti altruisti che sanno ascoltarsi, aspettarsi e rispondersi, i due strumenti diventano l’uno al servizio dell’altro e mostrano come si possano ottenere infinite possibilità di interplay coniugandole ad una carica di swing decisa pur senza sezione ritmica, in un dialogo di “corde parlanti” (Talking Strings), in grado di coinvolgere, trascinare e assorbire l’ascoltatore rendendolo partecipe di una storia: “Suonare il jazz, è come raccontare una storia” scriveva nel suo romanzo Billiard Blues, Maxence Fermine “Una volta svanita la musica e finito il pezzo, deve restare solo felicità… Altrimenti non serve a niente. Veramente a niente!” è questa è la frase che i due musicisti hanno voluto comparisse a corredo del loro lavoro.