E’ possibile coniugare Beethoven con i Tears for fears, Ravel con Sonny & Cher o Rossini con i Balkan Beat Box? Forse no, ma la BJBU-Bocconi Jazz Business Unit ci ha provato e ha scelto il Blue Note come palco prestigioso per presentare in anteprima assoluta questa sua nuova scommessa musicale. Nella forma privilegiata dalla Jazz Band ufficiale della blasonata università milanese, la suite, si susseguono brani rock e pop degli anni ’60, ’70, ’80, ’90 e del nuovo millennio, riproposti in chiave eclettica: le strutture si dilatano, lasciando spazio a innesti provenienti da tutti i generi musicali, le armonie si complicano o si semplificano a sorpresa, aprendo spazi solistici inconsueti e le immortali melodie confermano ancora una volta la loro inesorabile forza. Ma il jazz proprio non c’entra? E’ legittimo avere più di un ragionevole dubbio, visto che Miles Davis si insinua nei Deep Purple e Gil Evans nei Led Zeppelin. Progetto irriverente? Assolutamente no: per una band notoriamente “seria” ma non “seriosa” questo vuol essere solo puro divertimento.
