Uno spettacolo di racconti, suoni e visioni
a 60 anni dalla nascita dei Doors
“Se le porte della percezione fossero aperte e ripulite, agli uomini le cose apparirebbero come sono. E cioè, infinite”. Così parlava William Blake, poeta inglese del 1800.
Così lo citava Jim Morrison, poeta rock americano del ventesimo secolo, nell’estate del 1965 quando insieme a Ray Manzarek decise di formare un gruppo rock il cui nome si ispirava proprio a quelle “Doors of perception” evocate da William Blake.
Insieme ai Doors, Morrison ha dato vita a una delle più fantastiche storie rock, una parabola artistica durata poco più di sei anni ma che lasciato una traccia indelebile nei cuori e nelle menti degli appassionati.
Nel suo nuovo spettacolo teatral-musicale Ezio Guaitamacchi disegna il profilo umano e visionario del primo poeta rock della storia, un ragazzo misterioso ed enigmatico ma dotato di carisma e personalità.
Tra racconti gustosi e aneddoti curiosi, arricchiti da proiezioni di immagini e filmati storici proiettati su un grande schermo, Guaitamacchi illustra alcuni momenti fondamentali della breve vita di James Douglas Morrison tratteggiandone un ritratto originale che pone l’accento sul Jim “poeta”, sui suoi sogni, le sue fantasie e i suoi amori, ma anche sulle sue ansie, i suoi incubi e le sue paure.
UNO SPETTACOLO IMPREZIOSITO DA UNA DOZZINA DI BRANI DEI DOORS, di JIMI HENDRIX, JANIS JOPLIN e JEFFERSON AIRPLANE RIVISITATI IN CHIAVE ACUSTICA e ORIGINALE
Sul palco, DAVIDE VAN DE SFROOS interpreta il ruolo di Frank Lisciandro, fotografo, regista e amico fraterno di Morrison, mentre ANDREA MIRO’ è Pamela Courson, il grande amore di Jim.
Dagli studi di cinematografia alla UCLA alla formazione dei Doors a Venice, dalle fascinazioni psichedeliche ai concerti sulla Strip di Los Angeles sino al primo contratto discografico, dal successo agli scandali sino alla fine a Parigi e poi alla morte improvvisa, la figura di Jim Morrison viene vivisezionata (nei contenuti) con competente puntualità ma pure (nei modi) con spiritosa leggerezza.
Ezio Guaitamacchi e i suoi “special guest” hanno arrangiato, in chiave minimalista (voce e strumenti acustici) una manciata di brani epocali (da Soul Kitchen a Light My Fire da Riders on the Storm a The End, ma anche da Are You Experienced a White Rabbit) che accompagnano queste storie e che vengono interpretati in modo appassionato dai protagonisti dello show tra cui anche BRUNELLA BOSCHETTI vocalist formidabile, che con Guaitamacchi collabora da diversi anni.
Un modo appassionante, curioso e originale di raccontare la vita e le opere di una delle più grandi leggende della musica del ‘900.